VOCE E CORPO
e istruzione degli adulti

 

VALUTARE IL NOSTRO OPERATO
utilizzare i video per valutare il nostro modo di servirci del nostro corpo e della nostra voce

 

L’IMPORTANZA DI SERVIRSI DEL CORPO E DELLA VOCE
in ambito educativo

 

PERCHÉ L’ARTE CI FA BENE?
sviluppare la comunicazione multimodale attraverso le pratiche artistiche

 

IL NOSTRO GRUPPO DI LAVORO
chi siamo?

VOCE E CORPO e istruzione degli adulti

Ogni insegnante sa quanto il suo lavoro sia legato alla comunicazione e alla performance dal momento che il primo strumento di cui si serve è proprio il corpo. L’impatto o l’effetto che si desidera avere sulle e sui discenti passa, dunque, attraverso la voce e la comunicazione non verbale. Tale aspetto è particolarmente importante per chi si occupa dell’insegnamento delle lingue, dell’educazione interculturale, della formazione teatrale o di educazione alla sessualità e all’affettività. Sulla scorta degli spunti forniti dalle scienze dell’educazione riguardo alle esigenze e alle specificità di educatrici ed educatori degli adulti, sono nati dei nuovi metodi che invitano a creare delle esperienze di apprendimento più attive, coinvolgenti e sensoriali.
Tali approcci suggeriscono di attribuire un’importanza maggiore alla postura e alla presenza dell’insegnante. Inoltre, non bisogna dimenticare che sempre più insegnanti oggi entrano in contatto con gruppi eterogenei di studenti, provenienti da contesti svantaggiati o dal diverso background culturale e che, dunque, hanno meno familiarità con pratiche educative occidentali. Le e gli insegnanti sono sempre più consapevoli della necessità di modificare il loro modo di comunicare per renderlo più comprensibile, migliorare l’uso della voce, dare importanza alla chiarezza dei propri gesti, nonché al modo di instaurare una relazione, sfruttando le dinamiche di gruppo, ecc. Di conseguenza, è emersa la necessità di acquisire maggiore fiducia e di imparare a utilizzare con maggiore perizia la comunicazione multimodale. Tale bisogno, tuttavia, rimane ancora insoddisfatto. Di rado, infatti, l’utilizzo del corpo e della voce di rado viene preso in considerazione durante i corsi di formazione iniziale o di aggiornamento professionale. Sono pochissimi, infine, gli strumenti a cui educatrici ed educatori hanno accesso per valutare il loro rendimento.

Valutare il nostro modo di utilizzare corpo e voce

Che effetto ha la nostra presenza sugli altri? Che cosa proviamo e che immagine proiettiamo di noi all’esterno? Nel corso delle nostre lezioni raramente ci concentriamo sul nostro modo di vivere una situazione: postura, suoni, emozioni, sensazioni. Tendiamo, infatti, a concentrarci su ciò che abbiamo da dire o su chi ci ascolta. Tuttavia, corpo e voce sono i principali strumenti di un insegnante, dal momento che tutto quello che fa è mediato dalla sua presenza. La parola presenza evoca inevitabilmente una doppia prospettiva: interiore ed esteriore, la presenza percepita dal soggetto e quella vista dagli altri. Proviamo sensazioni e, allo stesso tempo, produciamo un’impressione sugli altri. Lo stesso vale per la nostra voce, il nostro paesaggio emotivo e le nostre strategie di presentazione. Le tecniche mostrate nei video aiuteranno a colmare questo divario fra interiorità ed esteriorità allo scopo di aiutarti a utilizzare le tue sensazioni interiori in maniera più attenta e consapevole.

Lavorare sulla voce e sul corpo delle e degli insegnanti che lavorano con discenti adulti

Nel corso del progetto abbiamo promosso sette sessioni sperimentali che prevedevano il ricorso a diverse forme d’arte e strategie didattiche volte a sviluppare un nostro modo di utilizzare il corpo e la voce. I casi studio riportati di seguito costituiscono una panoramica dei diversi approcci testati.

Perché l’arte ci fa bene?

A volte stare nel momento presente si rivela una sfida inaspettata: la nostra mente sembra sempre impegnata ad anticipare il futuro o a riflettere sul passato. I momenti di stress e di ansia di fronte a un gruppo possono rafforzare queste sensazioni. Questa sensazione di non presenza, a quanto pare, è tutt’altro che rara. Per l’autore Harari, questa è una caratteristica di noi esseri umani, tanto da ipotizzare che come specie non siamo semplicemente tagliati per stare nel presente.

Il grande potenziale dei metodi artistici, come il teatro, la danza o il canto, tra gli altri, è che possono aiutarci ad ancorarci al momento presente. Nel nostro lavoro con gli educatori, usiamo questi metodi togliendo il “peso” di dover essere necessariamente un grande artista. L’arte è uno strumento per lavorare sulle competenze e sulle abilità che gli educatori non solo già possiedono, ma che utilizzano anche nella loro professione quotidiana.

Si tratta di rafforzarle e di rendere gli educatori più consapevoli e sicuri dell’uso del loro corpo e della loro voce. Il lavoro parte da esercizi molto semplici e accessibili che si concentrano sulla respirazione, sull’uso della voce e dello spazio durante l’insegnamento, nonché sulla postura, per poi passare al movimento, alla relazione con gli altri e al ruolo dell’educatore.

Secondo Marian López-Fernández Cao (2008), qualsiasi immersione nella creazione artistica ha il potenziale per raggiungere competenze legate alla gestione dei sentimenti, dei dubbi, del processo decisionale, del lavoro individuale e della collaborazione. Attraverso l’arte è possibile trovare un modo più autentico e immediato di esprimersi, connettersi con le proprie risorse personali e condividerle con gli altri, creando qualcosa di nuovo in modo collaborativo. Per maggiori dettagli scaricare lo studio comparativo.

Il nostro gruppo di lavoro: chi siamo?

Il nostro gruppo è composto da 5 organizzazioni partner desiderose di mettere assieme le loro esperienze nel campo del movimento, del canto, del teatro, della pedagogia e della comunicazioe per aiutare chi lavora nell’ambito dell’istruzione degli adulti ad acquisire ulterori competenze, una maggiore fiducia e senso di soddisfazopme. Il nostro lavoro si è articolato in tre frasi: abbiamo iniziato creando uno strumento volto ad analizzare il nostro modo di servirci della voce e del corpo di fronte alle e ai discenti. Sulla base di questa analisi abbiamo creato dei laboratori per educatrici ed educatori utilizzando diverse forme artistiche (danza, movimento, teatro, canto). Nella seconda fase, abbiamo sintetizzato i risultati dei laboratori e creato un percorso unico. Abbiamo, inoltre, realizzato delle video lezioni per dare ad educatrici ed educatori la possibilità di allenarsi. Il nostro progetto è finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma Erasmus+.

La Xixa Teatre è un’organizzazione non-profit con sede a Barcellona, in Spagna, che ha l’obiettivo di condurre delle ricerche, sviluppare e moltiplicare gli strumenti educativi e teatrali allo scopo di promuovere processi di trasformazione sociale. Grazie all’esperienza maturata negli anni, La Xixa ha sviluppato un proprio metodo che combina il teatro dell’oppresso, la clownerie, il process work e altre tecniche creative e partecipative. Le attività da noi svolte comprendono laboratori, attività di formazione e performance rivolte a diverse fasce della popolazione. Il nostro gruppo di lavoro è composto da persone provenienti da diversi ambiti disciplinari e contesti culturali, formatesi nel campo delle scienze sociali, della pedagogia, delle arti che credono fortemente nella necessità di dare corpo alle esperienze e amplificare le varie voci. Nel lavoro con insegnanti, formatrici e formatori prestiamo particolare attenzione alla comunicazione verbale e non verbale, alla voce e al movimento dal momento che costituiscono degli strumenti molto potenti per generare processi di trasformazione individuale e collettiva e avere l’impatto a cui aspiriamo.

L’habitat naturale di Elan sono i corsi di educazione interculturale che adattiamo e forniamo a professioniste e professionisti di ambiti diversi dall’istruzione, al sociale fino al settore sanitario. Nel corso degli ultimi anni ci siamo sempre più avvicinati all’istruzione degli adulti offrendo corsi e opportunità di apprendimento a persone che si trovano in una condizione di difficoltà: corsi di francese per persone migranti e corsi di educazione interculturale per rifugiati, ecc. Se la comunicazione interculturale ha sempre avuto un ruolo centrale nel nostro lavoro, il modo in cui ogni insegnante comunica e si serve della sua voce e del suo corpo ha attirato la nostra attenzione due anni fa, mentre stavamo filmando delle sessioni di mediazione culturale in un museo con persone migranti che erano colpite dalle differenze nello stile di insegnamento in termini di chiarezza e capacità di suscitare interesse. Di conseguenza abbiamo scelto di approfondire l’argomento: quali aspetti dello stile comunicativo di un insegnante fanno la differenza e che cosa permette a un educatore di trarre gioia e soddisfazione dal modo con cui comunica con le e i discenti. Il progetto VOICE ci ha offerto la possibilità di analizzare tali questioni e di sviluppare il nostro repertorio vocale e di movimenti. In questa avventura siamo stati accompagnati da Peter Wilberforce per via della sua esperienza nel settore

Il CESIE è un centro studi e iniziative europeo con sede a Palermo (Italia). Fondato nel 2001 si ispira al lavoro e alle teorie del sociologo Danilo Dolci (1924-1997). La nostra mission è quella di promuovere la crescita, la partecipazione e l’innovazione in campo educativo. Il CESIE mette assieme ricerca e azione mediante l’uso di metodi di apprendimento non formali. L’organizzazione è suddivisa in 6 unità che cooperano e gestiscono attività nei rispettivi ambiti di competenza: alta formazione e ricerca, diritti e giustizia, adulti, migrazioni, scuola e gioventù. Il CESIE è impegnato nella promozione delle arti e della cultura come strumenti di formazione e partecipazione, per la valorizzazione della diversità. Ha un portfolio di progetti artistici e collabora con esperte ed esperti di danza, arti visive e teatro per sviluppare programmi e iniziative educative a livello locale, europeo e internazionale.

In Touch è un’organizzazione non governativa con sede ad Amsterdam con l’obiettivo di promuovere un rapporto sano a livello intepersonale, collettivo e sociale. Aiutiamo le persone a creare legami con culture, lingue, generazioni, background culturali e sociali differenti. I nostri progetti riguardano diversi aspetti della vita: nascita, crescita, situazione abitativa, sessualità, fasi di transizione, lutto e morte. Creiamo e manteniamo spazi di apprendimento di ogni tipo in cui le persone possano sentirsi al sicuro e libere di scoprire, imparare, relazionarsi agli altri e crescere. Nell’ambito del progetto VOICE ci siamo avvalsi della collaborazione di Katharina Conradi, una coreografa, educatrice somatica e terapeuta.
La visione che Katharina ha della danza riassume il nostro rapporto con il progetto VOICE:
“Per me danzare significa respirare, a prescidere che si tratti di muovere un braccio o fare una coreografia complicata. Il movimento ci permette di entrare in contatto con il nostro mondo interiore, di comprendere che facciamo parte della realtà, della terra, della gravità, di tutto e che ogni persona vive, interagisce e comunica grazie al suo corpo. Il nostro corpo ha molte storie da raccontare. Credo che la storia di una persona si rifletta nel suo corpo. Attraverso la danza e il movimento possiamo ricollegarci alle nostre storie, diventare consapevoli dei nostri schemi, crescere e cambiare se lo vogliamo

VoiceLAB è un laboratorio della voce e della polifonia, guidato da Aleksandra Kotecka, Tomasz Wierzbowski e Krzysztof Paździora. Il nostro lavoro è incentrato sulla dimensione verticale della musica allo scopo di ottenere un suono pieno da ogni armonia. Grazie a questo approccio, ogni intervallo si trasforma in un’unità che ricorda un certo sentimento, determinate tensioni e risoluzioni che creano delle micro-storie e pongono al performer una sfida che richiede il pieno coinvolgimento nell’azione vocale. Il VoiceLAB è affiliato al Grotowski Institute di Wrocław, un’istituzione artistica comunale i cui programmi formativi comprendono attività pratiche, di ricerca e sociali rivolte un pubblico specialistico e generalista. Mira a divenire un ambiente intellettuale stimolante aperto a nuove iniziative, metodi e soggetti.